Filosofo italiano. Dopo aver
studiato matematica, ottica e filosofia a Padova (1527-35), per dedicarsi alla
meditazione e alla ricerca si trasferì in un convento benedettino
(probabilmente nella Grancia di Seminara) e lì rimase sino al 1545.
Unitosi nel 1553 in matrimonio a Diana Sersale, dalla quale ebbe quattro figli,
visse da allora a Cosenza, dove fu nominato sindaco dei nobili (1554) e dove
svolse un'intensa attività a favore dell'Accademia Cosentina. Nel 1564
rinunciò all'arcivescovado di Cosenza offertogli da papa Pio IV,
così come più avanti declinò l'invito di Gregorio XIII di
recarsi a Roma a tenere insegnamenti pubblici. I suoi ultimi anni di vita furono
funestati dall'assassinio del figlio primogenito Prospero (1576). L'opera
fondamentale di
T., il
De rerum natura iuxta propria principia, fu
pubblicata nella sua versione definitiva in nove libri nel 1586 a Napoli; il
primo libro, però, aveva visto la luce già nel 1565 a Roma e aveva
subito una seconda edizione (rielaborata) insieme al secondo a Napoli cinque
anni dopo. Di
T. si ricordano anche una serie di opuscoli di argomento
naturalistico: il
De his quae in aere fiunt et de terraemotibus, il
De
colorum generatione e il
De mari, tutti pubblicati una prima volta
nel 1570 e una seconda nel 1590 (a cura di A. Persio) insieme al
De cometis
et lacteo circulo, al
De iride, al
Quod animal universum ab unica
animae substantia gubernator contra Galenum, al
De usu respirationis,
al
De saporibus e al
De somno. Il Naturalismo rinascimentale di
T. muove da una critica ad Aristotele circa la possibilità di
ricavare i principi della natura tramite l'indagine razionale; tali principi
devono, invece, secondo
T., essere individuati attraverso il senso, che
mette in luce come ciò che agisce in natura non sono forme o cause
finali, ma forze operanti in modo meccanicistico. Due sono le forze identificate
da
T.: il
caldo, che è forza dilatante e principio di
movimento, e il
freddo, forza condensante e principio di
immobilità; a queste, in quanto incorporee, va aggiunto un sostrato,
ovvero la
terra (pensata da
T. come immobile al centro
dell'universo). L'incontro tra caldo e terra dà vita a tutti gli esseri,
che sono più o meno animati a seconda della quantità di caldo che
contengono; esiste, dunque, secondo
T., una continuità tra mondo
inorganico, vegetali, animali ed esseri umani, sebbene, poi, a questi ultimi
competa un'anima soprannaturale e immortale. Da questa costruzione metafisica,
T. deriva che la conoscenza è fondata sulla sensazione, che, a sua
volta, si basa sul contatto con la cosa (di qui, la priorità attribuita
al tatto); dalla sensazione si sviluppano la memoria e l'immagine, e da queste
l'attività inferenziale dell'intelletto (che procede per similitudine).
L'etica telesiana si struttura, invece, attorno al principio
dell'autoconservazione, per la cui soddisfazione è di ausilio la
virtù (intesa come valutazione intelligente); la virtù,
infatti, consente di andare oltre l'immediatezza delle cose e di rinunciare a un
piacere presente al fine di ottenerne uno maggiore in futuro (Cosenza
1509-1588).